Perché si brinda con spumanti e bollicine?
In questi giorni, come di consueto, abbiamo ricevuto tantissimi ordini di spumanti o bollicine, universalmente considerati i vini per la festa e per il brindisi. Prosecco, Franciacorta, Trento DOC, Asti Spumante e Champagne vanno certamente per la maggiore!
Mentre ci occupavamo di preparare questa ingente mole di confezioni, una domanda ha fatto capolino nella nostra testa. Una domanda che ha colto di sorpresa molti e che, su due piedi, non ha trovata risposta. La domanda era la seguente: perché si festeggia e si brinda con spumanti e bollicine? Oppure: perché spumanti e bollicine sono i vini del brindisi e dei giorni di festa? Perché proprio loro e non i classici vini rossi o bianchi?
Abbiamo deciso di approfondire la questione e di informarci per capire da dove proviene questa usanza, ormai accettata da tutti ed entrata a far parte delle nostre tradizioni. Del resto, quasi tutti, quando decidono di brindare o festeggiare una particolare occasione, puntano su bollicine e spumanti e non, ad esempio, su un corposissimo vino rosso. Ma perché?
Continua la lettura e ti sveliamo perché gli spumanti sono i vini prediletti per la festa e per i brindisi.
Perché spumanti e bollicine sono i vini per festeggiamenti e brindisi?
Difficile, se non impossibile, stabilire una data o un arco temporale in cui spumanti e bollicine si sono affermati come vini per i brindisi e per i festeggiamenti. C’è chi sostiene che questo periodo possa corrispondere al XVIII secolo, dopo che, nel secolo precedente, Dom Pérignon “inventò” lo Champagne con rifermentazione di un vino base. C’è chi dice che la scoperta sia frutto del caso; c’è chi ritiene che il più celebre monaco benedettino francese si sia speso in approfonditi studi per giungere a questa nuova pratica di vinificazione, ma c’è anche chi avanza l’ipotesi che le bollicine degli spumanti siano nate altrove e con altri protagonisti.
Sicuramente la mancanza di notizie e fonti certe a riguardo non permette una precisa definizione del momento in cui spumanti e bollicine sono diventati il simbolo della festa.
È, invece, meno complicato e intricato il tentativo di ricostruire il perché questa tipologia di vini si è affermata per il brindisi. A tal proposito, esistono una serie di ipotesi che non si autoescludono e che, considerate nel loro insieme, ci forniscono una spiegazione piuttosto convincente ed esaustiva.
Proviamo ad analizzarne una ad una. Alla fine avremo un quadro completo della situazione e potremo avere le risposte che cerchiamo.
Ipotesi 1: superstizione
Uno spumante, per potersi definire tale, deve avere una sovrappressione interna non inferiore ai 3 bar, mentre un vino frizzante tra 1 e 2,5 bar. Il maggior quantitativo di anidride carbonica intrappolata in una bottiglia di spumante fa in modo che, se non maneggiata in maniera controllata, all’atto dell’apertura, l’anidride carbonica trova il varco per fuoriuscire e liberare tutta la sua forza, determinando il classico “botto”.
Quando si scoprì questo effetto delle bottiglie di spumante si diffuse una credenza davvero particolare: si pensava che il botto potesse spaventare spiriti negativi o maligni che serpeggiavano attorno ai presenti o nel luogo in cui la bottiglia veniva stappata. Si credeva che il forte “rumore” potesse allontanare queste presenze indesiderate.
Immediatamente, questa credenza fu associata e inserita nel brindisi, da sempre momento benaugurante, rituale di buon augurio, in cui augurare buona salute e futuro prospero, felice e fortunato. Insomma, se il brindisi è tutto ciò, non esiste momento migliore per il botto con cui scacciare ogni negatività. Ovviamente, il botto poteva essere garantito solo dagli spumanti, non da vini rossi o bianchi fermi. Et voilà, ecco che gli spumanti furono inseriti in questo rituale e diventarono i vini del brindisi e delle feste.
A “rovinare” i piani ci ha pensato il Galateo del vino che sconsiglia il botto in quanto pericoloso per l’incolumità dei presenti (il tappo che fuoriesce raggiunge velocità tali da mettere a rischio l’incolumità fisica di chi eventualmente può esserne colpito), poco elegante e potenzialmente dannoso per le proprietà organolettiche del vino. Meglio un leggero e sottile sibilo. Basterà per spaventare le negatività che si nascondono attorno al nostro ambiente?
Per approfondire: Perché bisogna evitare il botto quando si apre una bottiglia di spumante?
Ipotesi 2: marketing
Vuoi per quell’innata finezza ed eleganza che caratterizza il perlage e le bollicine di uno spumante, vuoi per la loro spiccata effervescenza, vuoi per il loro colore dorato, vuoi per il particolare metodo di produzione, gli spumanti sono stati interpretati come vini diversi dagli altri, particolari e adatti per momenti speciali.
Insomma, la loro veste cromatica e le loro proprietà organolettiche hanno spinto molti produttori ad inserirle in questo rituale, cavalcando anche una strategia di marketing che si è rivelata vincente.
Ipotesi 3: collocazione nei pasti
Il brindisi è un rituale che viene effettuato o all’inizio o alla fine di un pasto, oppure quando si festeggia con una torta o un dolce. A seconda del loro grado di dolcezza, gli spumanti sono vini ideali con l’aperitivo o per il pre-pasto, nelle versioni più secche, o con i dolci, a fine pasto, proprio nelle sue versioni dolci o amabili.
Ecco dunque che il legame tra brindisi e bollicine è giustificato anche da questo aspetto in comune, la medesima collocazione temporale pre e post portate centrali di un pasto (per il Galateo non si dovrebbe mai brindare durante un pasto). Certo, gli spumanti secchi possono tranquillamente accompagnare anche un pasto, ma con l’aperitivo sono sublimi. Gli spumanti dolci, invece, sono da bere solo con torte e dolci, per cui tutto sembra fatto appositamente per brindare e festeggiare con spumanti e bollicine.
Ricapitolando, se consideriamo, nel loro insieme, le tre ipotesi che abbiamo appena approfondito troviamo le risposte alla domanda con cui abbiamo introdotto il nostro articolo: perché si festeggia e si brinda con spumanti e bollicine?
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